Bruxelles approva il nuovo PSR per la Campania. Alessandro Mastrocinque: Occasione imperdibile
|Al via la nuova programmazione: Cia avanza sette proposte concrete per ripartire
Il nuovo Programma di Sviluppo Rurale è un’occasione straordinaria per vincere la sfida della competitività del settore agroalimentare campano. Secondo CIA Campania serve adesso passare alla fase operativa evitando gli errori del passato. Alessandro Mastrocinque (presidente CIA-Campania): “Eliminare burocrazia e finanziamenti a pioggia, occorre una visione complessiva che valorizzi territori e filiere produttive”
Via libera da Bruxelles al Programma di Sviluppo Rurale della Campania per il nuovo periodo 2014-2020. Nel piatto 1 miliardo e 836 milioni di euro (di cui 1.110.935.000 euro di contributo FEASR e i restanti 725.321.000 euro a valere su risorse nazionali Stato-Regione) per stimolare la crescita del settore agroalimentare e garantire la sostenibilità di uno sviluppo territoriale equilibrato. “Si tratta di uno strumento fondamentale per raccogliere e vincere la sfida di una crescita inclusiva. Condividiamo gli indirizzi generali, dalle misure ambientali per l’agricoltura conservativa a quelle per l’innovazione e la competitività. Ma ora ci aspetta una partita ancora più importante – osserva Alessandro Mastrocinque, presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori della Campania e vicepresidente nazionale CIA – quella dei piani di attuazione del PSR, sui quali bisogna evitare gli errori del passato”.
La CIA Campania accoglie con favore il documento di programmazione che guiderà nei prossimi anni la spesa dei fondi europei a sostegno del primo settore in Campania con le sue 120mila Pmi. Definito il quadro di priorità, l’associazione, rappresentativa di più di 22mila aziende agricole campane, sottolinea ora la necessità di passare alla fase operativa evitando le criticità riscontrate nell’attuazione del vecchio PSR 2007-2013.
“Nell’attuazione del vecchio PSR – spiega Mario Grasso, direttore di CIA – Campania – è mancata una visione d’insieme. Lo sviluppo dell’economia rurale non può infatti basarsi su logiche di finanziamenti a pioggia o microinterventi, serve fare un cambio di passo e puntare su filiere e progetti collettivi. Ma prima di tutto serve abbattere la burocrazia e ridurre al minimo la documentazione richiesta alle imprese agricole”.
In particolare, tra i punti critici riscontrati dagli agricoltori campani che hanno partecipato al vecchio PSR, CIA – Campania segnala: la frammentarietà dei finanziamenti, tempi troppo lunghi per le procedure di concessione (dalla presentazione della domanda al decreto di finanziamento si calcola che la media di attesa per gli imprenditori campani sia di 8 mesi), complessità burocratiche, mancanza di organicità degli interventi e assenza di una progettualità riferita ai territori.
Al via la nuova programmazione: ecco sette proposte dagli agricoltori campani
Animata dalla convinzione per cui le critiche servono solo se accompagnate da spirito costruttivo, CIA Campania avanza una serie di proposte concrete per favorire lo sviluppo del territorio, semplificare la vita degli imprenditori agricoli e rendere più forte il primo settore.
Carta di identità digitale aziendale. In direzione di una reale semplificazione delle procedure per l’accesso ai fondi PSR da parte delle imprese, CIA Campania propone di avviare un processo di digitalizzazione dell’intera documentazione oggi richiesta agli agricoltori (il “Fascicolo aziendale” e il “Quaderno di campagna”). L’intera documentazione oggi prodotta in cartaceo potrebbe essere riversata su piattaforme tecnologiche gestite dalla Pubblica Amministrazione in modo da tracciare online il profilo e l’attività dell’azienda. In questo modo alla domanda di finanziamento avanzata dall’azienda è la Regione che controlla la scheda aziendale e ne verifica i requisiti per l’accesso al finanziamento.
La realizzazione della Carta di identità digitale per le aziende agricole potrebbe essere uno dei punti strategici del nuovo PSR, che già prevede uno specifico capitolo dedicato all’assitenza tecnica delle aziende agricole.
Sportello digitale. In linea con il principio di richiesta minima di documentazione, CIA – Campania propone di avviare una procedura di gestione per le domande di finanziamento basata esclusivamente sull’invio della documentazione digitale.
Priorità alla progettazione collettiva. Il vecchio PSR è stato centrato nella sua prima fase di attuazione su bandi “semplici” (ammodernamento delle Pmi, ecc.) per poi passare a quelli di sistema (progettazione collettiva, costituzione di partenariati e filiere per interventi integrati, ecc). CIA Campania propone di partire sin da subito con misure strutturate di progettazione collettiva, perché più efficaci per uno sviluppo del settore rurale nel periodo medio-lungo.
Gestione dei progetti sul modello L.E.A.D.E.R. Nella gestione dei fondi del PSR la Regione ha avuto sinora un ruolo esclusivo, dalla validazione della domanda di finanziamento, all’erogazione della spesa fino alle verifiche dei progetti. CIA Campania propone di superare il centralismo amministrativo-burocratico attraverso il riconoscimento di filiere, consorzi e reti istituzionali come dei validi attuatori di programmi di sviluppo sui territori. CIA Campania ritiene che, in coerenza con la normativa europea e sul modello del cosiddetto approccio L.E.A.D.E.R., la gestione della spesa possa essere affidata dalla Regione a questi soggetti in modo da rendere più snelle le procedure. Alla Regione rimane il ruolo di monitoraggio e di certificazione della spesa.
Aggregazioni innovative. L’innovazione non riguarda solo il prodotto o il processo ma anche la gestione delle risorse. CIA Campania propone di utilizzare i progetti pilota previsti dalla Misura 16.2 del PSR relativa alla Cooperazione al fine di stimolare la creazione di formule innovative utili all’aggregazione di imprese e al rafforzamento di economia di scala. Se i prodotti campani non temono competitors, è invece spesso la capacità di aggregare i produttori a ostacolare la competitività del settore.
I giovani e la Banca della Terra. Da alcuni anni, complice anche la crisi economica, si assiste a un massiccio fenomeno di “ritorno alla terra”: sono sempre più i giovani che scelgono di scommettere sulla vita dei campi. E, tra essi, aumentato coloro che intendono fare impresa agricola pur non essendo figli di agricoltori.
Come favorire le nuove generazioni che intendono investire nel settore? Come rendere accessibile terreni agricoli? CIA Campania propone di creare una “Banca della Terra”. Sul modello di quella già realizzata in Toscana, la Regione Campania dovrebbe procedere al censimento dei terreni demaniali e nella propria disponibilità, mapparli e renderli fruibili. L’ente gestore della Banda della Terra si impegna a mettere questi terreni a disposizione dei giovani interessati a investire nel settore riconoscendo loro un diritto di prelazione sui beni.
I giovani e l’accesso al credito. Come rendere più facile il credito per investimenti nel settore primario? CIA Campania propone di utilizzare parte dei fondi del nuovo PSR come strumento di garanzia per i crediti concessi ai giovani imprenditori agricoli. In questo senso si propone di attivare sin da subito rapporti con soggetti quali ISMEA, Confidi e Abi.