Olio Campania a marchio Igp, Mastrocinque: Bruxelles dia parere favorevole
|Olio Campania a marchio Igp, Mastrocinque: Bruxelles dia parere favorevole. Il Mipaaf firma il decreto sulle linee guida sull’oleoturismo, e Cia Campania riaccende i riflettori sulla richiesta avanza a Bruxelles. La richiesta di riconoscimento del marchio consentirà di implementare una crescita senza precedenti all’intero tessuto produttivo. Quindi uno sviluppo economico e sociale a cui l’organizzazione guidata da Alessandro Mastrocinque lavora da tempo. Se approvata la Bruxelles la richiesta di riconoscimento, la strategia illustrata sull’Olio Campania apre un ventaglio di possibilità. Intanto si prepara a costruire quello che in ambito vitivinicolo si definisce “terroir”. Ma getta le basi per tradurre su larga scala il prospetto di sostenibilità ed economia circolare indicato dai vertici dell’organizzazione.
L’investimento sull’olio campania equivale a incrementare un detonatore di economie sull’intero territorio regionale. “I benefici si spalmano su tutti i segmenti delle produzioni e in ottica multifunzionale” annuncia Mastrocinque. “Gli aspetti da valutare sono molteplici e attendiamo l’ok da Bruxelles per aprire un corridoio inesplorato di possibilità”. In particolare la narrazione proposta dal presidente dell’organizzazione campana trae origine dall’importanza millenaria dell’olio in Campania. “A partire dal valore simbolico dell’olio di oliva a cui il Cristianesimo ha attribuito diversi significati. Ovvero di luce, alimento e medicamento, esportandolo in tutto il Mediterraneo. E da queste radici profonde vogliamo cementare il protagonismo di un prodotto che oggi è al centro della Dieta Mediterranea”.
La grande vocazione olivicola della Campania, che risulta la quarta regione italiana per quantità di prodotto e la sesta per superficie olivetata, si esprime infatti con caratteristiche diverse su tutto il territorio, dove sono presenti innumerevoli varietà autoctone di elevato pregio. La filiera olivicola campana riveste fondamentale importanza per l’economia, per il numero del personale coinvolto. Ma anche per l’ampiezza delle superfici interessate, per l’indotto che genera. Senza escludere il ruolo di tutela e salvaguardia ambientale che gli oliveti rivestono. “Bisogna aggiungere anche l’opportunità offerta sulla cosmesi e lavorazione degli scarti, finora poco valorizzati” aggiunge Mastrocinque.
“Ad oggi l’olio campania è l’ingrediente cardine della creatività culinaria e delle sperimentazioni gastronomiche. Del vecchio ricettario della civiltà contadina, e della cucina povera delle nonne che sta riacquistando prestigio. Che sia la pizza, oppure cucina gourmet poco importa. L’olio è l’ingrediente determinante che connota la cifra delle tipicità territoriali. Per questo abbiamo necessità di ottenere il riconoscimento del marchio Igp” continua.
Sapori, profumi e tradizioni si candidano a rappresentare il paradigma dell’indicazione geografica protetta. L’attribuzione del marchio consentirà anche al consumatore maggiore consapevolezza sui prodotti che acquista. E il prodotto stesso avrà la possibilità di qualificarsi al meglio in termini di valore. Tale da innescare quel processo di crescita che abbraccia l’intera catena di produzione. E valorizzare il lavoro all’origine, dalla cura delle piante e la raccolta, fino all’etichettatura. “Il consumatore deve sapere che quando sceglie l’olio campania a marchio Igp premia il lavoro e la dedizione. Premia un metodo di lavorazione esclusivo e connotato da specificità. Può identificarsi con il territorio campano e delle verdeggianti distese di ulivi baciati dal sole”.
Negli uffici di Cia Campania si avverte l’attesa sul pronunciamento da Bruxelles. “Con il riconoscimento ufficiale del marchio Igp possiamo immaginare di offrire uno sbocco straordinario alle imprese. E a tutto il settore olivicolo campano, che si presenterà compatto e unito sotto un unico marchio identificativo. La strategia messa in campo da Cia Campania di lavorare per superare la frammentazione si è rivelata vincente. Infatti ha confermato che con il gioco di squadra e l’unione di tutte le varietà sotto un unico marchio si crea valore aggiunto per le imprese agricole. Una condizione questa che rafforza la nostra visione sull’alto potenziale di questo settore. E che apre una nuova rotta di investimenti e attenzioni finora traguarda solo per il comparto vitivinicolo” sottolinea il presidente.
Il riferimento alle opportunità aperte sull’oleoturismo è chiaro. Per Mastrocinque la firma del Ministro Patuanelli degli indirizzi per l’oleotursimo conferma la strategia campana. “Cia Campania è impegnata per promuovere la multifunzionalità dell’agricoltura. E l’olio campania è un veicolo determinante”. E conclude: “Finalmente abbiamo l’opportunità di traguardare un orizzonte differente per lo slancio del settore abbinato alle prospettive turistiche. E soprattutto delle nostre aree interne dove il comparto occupa una fetta straordinaria del Pil. Inoltre il risvolto culturale ed economico atteso potrà affiancare la strategia di crescita delle aziende olivicole. Con l’oleoturismo le aziende agricole potranno concorrere ad arricchire l’offerta paesaggistica, storica e architettonica dei luoghi. E a incrementare il valore delle tipicità”.