Lotta al caporalato, siglato nuovo protocollo. Cia in prima linea: interventi su Caserta
|Lotta dura all’infamia del caporalato a partire da Terra di Lavoro. Sottoscritto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il Protocollo di intesa che vede in prima linea CIA – Agricoltori Italiani punta a rafforzare gli interventi di contrasto allo sfruttamento sul territorio casertano e su altre aree “sensibili” come quelle di Bari, Foggia, Lecce, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria.
Frutto di un lavoro di squadra che ha visto impegnati, sul piano governativo i Ministeri dell’Interno, del Lavoro, delle Politiche agricole alimentari e forestali, il Protocollo consolida una “rete”che vede coinvolte le Regioni Campania, Basilicata, Calabria, Piemonte, Puglia e Sicilia, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, e le associazioni di categoria, quindi CIA, Coldiretti, Confagricoltura e Cna, Acli Terra, Alleanza delle Cooperative Italiane, Caritas, Libera e la Croce Rossa Italiana.
“Il caporalato – sottolinea Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania e commissario di Cia Caserta – è molto peggio di un’emergenza perché, purtroppo, non si tratta di un fenomeno straordinario da fronteggiare ma di un autentico cancro che da decenni inquina la dignità dei nostri lavoratori e delle nostre aziende. Su Caserta avvieremo, anche grazie a questo protocollo, nuove e più pressanti iniziative di prevenzione e di controllo, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati”.
Premiare le aziende corrette
L’intesa mira a promuovere: la legalità e della sicurezza nei rapporti di lavoro del settore agricolo;
la prevenzione dell’insorgenza di problematiche di ordine pubblico connesse al lavoro in agricoltura; l’individuazione e la diffusione di pratiche per la valorizzazione delle aziende impegnate nelle attività di contrasto del caporalato, anche attraverso percorsi di integrazione dei lavoratori stranieri.
Il Governo, le Regioni e le associazioni di categoria si impegnano, in particolare, a portare ai lavoratori ed alle lavoratrici cure idonee a prevenire l’insorgenza di problematiche di ordine pubblico e lo sviluppo di situazioni di grave rischio sanitario anche in relazione alla salute e alla sicurezza sul lavoro, oltre ad attivare servizi di informazione e di tutela per la promozione della legalità nei rapporti di lavoro. Un aspetto particolarmente significativo del Protocollo è quello relativo alla valorizzazione delle aziende impegnate contro ogni forma di caporalato: ci si impegna, infatti, a individuare e diffondere pratiche che, mediante il ruolo della contrattazione decentrata territoriale, incentivino le attività economiche delle aziende agricole che scelgano legalità e sicurezza combattendo lo sfruttamento criminale della manodopera.
Percorsi di integrazione socio-culturale
Ulteriore tema è poi quello della attivazione di percorsi di integrazione e animazione socio-culturale che diffondano il rispetto tra le popolazioni migranti e quelle locali, consentendo di combattere anche sul piano culturale la segregazione e la creazione dei ghetti adiacenti o limitrofi al luogo di lavoro. Dal punto di vista esecutivo verrà svolto un ruolo centrale dalle Prefetture, chiamate a una azione di coordinamento delle attività da mettere in campo sui territori grazie all’attivazione di Tavoli permanenti.
Il ruolo dei ministeri
Il Ministero del lavoro garantirà e faciliterà il confronto tra le parti sociali e istituzionali anche con la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro intervenendo con progetti contro il caporalato. Al Ministero delle politiche agricole spetta invece il coordinamento delle operazioni di controllo del territorio del Corpo forestale dello Stato, soprattutto nelle aree rurali, che rafforzano e affiancano le attività di vigilanza dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Il coordinamento tecnico e amministrativo per l’attuazione del Protocollo, assicurato dai tutti i ministeri interessati, sarà gestito tramite un Gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti dei dicasteri, delle Regioni e delle organizzazioni firmatarie, che stabilirà programma e calendario dei lavori. Le attività previste dal Protocollo saranno finanziate anche grazie al Ministero dell’Interno, attraverso il Pon Legalità e il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.