In Campania la Dop Economy vale 781mln. Mastrocinque: rilanciare le filiere come incubatori di sviluppo
|Mastrocinque: “Il report licenziato da Ismea dice che lavoriamo nella direzione giusta. Ora il riconoscimento dell’olio campano Igp”.
In Campania la Dop Economy vale 781 milioni di euro. Le Dop e le Igp sono trainate dal Nord, ma Sud e isole crescono del 7,5%. E’ quanto ha confermato il XIX Rapporto Ismea – Qualivita, l’indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG. Presentato oggi dal Mipaaf, il rapporto ha evidenziato il ruolo che la Dop economy esercita nei territori, grazie al lavoro svolto da 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino.
Pronto ad analizzare il dato il presidente di Cia Campania Alessandro Mastrocinque, da tempo impegnato nella valorizzazione e promozione delle filiere per incrementare la crescita e l’occupazione nell’agroalimentare. Il rapporto infatti evidenzia che il Sud e le isole registrano un volume d’affari pari a 2,7 miliardi, con 306 prodotti Dop e Igp. Le otto regioni del Mezzogiorno generano il 16% del valore complessivo nazionale. “I numeri licenziati testimoniamo la lungimiranza degli investimenti nelle filiere come incubatori di economie da spalmare a raggiera sui territori. E ci restituiscono la foto esatta del valore aggiunto che le produzioni a marchio Dop e Igp sono in grado di produrre” commenta Mastrocinque.
“Non è un caso la trepidante attesa al riconoscimento del marchio Igp dell’olio campano. Attendiamo il pronunciamento di Bruxelles, che dovrebbe arrivare dopo un importante percorso sociale, politico e burocratico che Cia Campania ha sostenuto in questi anni”. In Campania la ricaduta economica dovuta alle filiere dei prodotti DOP IGP vale 103 milioni di euro di impatto economico trainato dal Vino, e 678 milioni per l’impatto economico prodotto dal cibo. Napoli spicca nella classifica delle prime 20 province per valore, con una crescita del 15,8% e conferma lo sviluppo di alcuni poli economici nati intorno ai Consorzi di tutela che, sebbene non appartenenti ai grandi distretti produttivi, sanno porsi al centro di sistemi territoriali di qualità sostenibile.
“Le cifre emerse oggi sulla ricaduta delle filiere dei prodotti Dop e Igp confermano che la strategia di costruzione di brand e marchi riconosciuti consentono una crescita complessiva dei territori, alzano la qualità dei prodotti e consentono di fare massa critica per aumentare la competitività sui mercati internazionali” spiega il presidente. La Campania infatti si conferma terza regione per valore di produzione e di esportazione con buoni risultati su base annua. E’ infatti la mozzarella di bufala campana Dop, che vale 414 milioni di euro a trainare la qualità delle produzioni agroalimentari della Campania. Mentre si fa strada anche la Pasta di Gragnano IGP, 9° prodotto del comparto Cibo IG.