Il titolo di Agrichef Campania 2023 va all’Agriturismo Le Fontanelle di Pontelatone (Caserta)
|È valso l’alloro e la qualificazione per la finale di Amatrice una “Zuppa di Cipolle” tipiche della Piana di Alife
A Vico Equense ieri – 17 maggio – si è aggiudicato il titolo di Agrichef Campania qualificandosi alla finale nazionale dell’Agrichef Fest che si terrà ad Amatrice il prossimo 26 maggio l’Agriturismo Le Fontanelle di Pontelatone (Caserta), che ha presentato un piatto di territorio – la Zuppa di Cipolle – realizzato con la tipica Cipolla Alifana, una varietà che si tramanda da sempre nella piana più antica del fiume Volturno, quella cinta dai monti del Matese e dal Monte Maggiore.
Organizzata da Cia Agricoltori Italiani Campania con il patrocinio della Città di Vico Equense, si è così conclusa ieri nella città costiera, la tappa regionale dell’Agrichef Fest, manifestazione ideata da Turismo Verde di Cia-Agricoltori Italiani per valorizzare le risorse messe in campo dalle imprese agrituristiche del territorio, dalla produzione alla ristorazione e che quest’anno si propone con il claim “IncontriamoCiatavola”
“La gara tra i candidati “Agrichef” che si è tenuta nell’Istituto Alberghiero ‘Francesco de Gennaro’ – dichiara il presidente di Cia Campania, Raffaele Amore – è stata entusiasmante e grazie alla collaborazione con i cuochi in gara degli studenti e dei docenti dell’Istituto Alberghiero diretto da Salvador Tufano si è premiato un piatto del territorio, legato all’identità delle aree rurali campane, la Zuppa di Cipolle, e una tipicità, rappresentata dalla Cipolla Alifana.”
“L’agriturismo Le Fontanelle di Pontelatone, vincitore della gara regionale – spiega Renato Pizza, responsabile Agrichef per Cia Campania – parteciperà alla finale nazionale del Festival dell’Agriturismo che quest’anno si terrà il 24 maggio ad Amatrice.”
Arduo il compito della giuria, composta da chef Pierpaolo Cocorullo e chef Pasquale Savarese coadiuvati da Andrea Bonocore in rappresentanza del comune di Vico Equense, Salvador Tufano, dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero “Francesco De Gennaro” di Vico Equense e Fabio Marozzi, direttore di Cia Agricoltori Italiani Napoli.
Ecco i nomi delle aziende che hanno gareggiato e dei piatti presentati, tutti rivisitati in collaborazione con gli studenti dell’istituto di Vico Equense.
L’ Agriturismo Collina di Roseto da Benevento ha raccolto la sfida con “Pane Cotto con Patate” rivisitato dagli studenti Lucia De Lillo e Alessia Pia Langella, ed uno “Spezzatino di agnello” rivisitato dagli studenti Maria Laura De Gennaro e Alberto Rosanova. In entrambe le preparazioni gli allievi sono stati seguiti dal docente prof. Matarese.
Due piatti in gara anche per l’Agriturismo Vecchia Quercia Bio di Mario Moroni, da Montecorvino Pugliano (Salerno) che ha presentato “Papliatelli”, rivisitato dall’allieva chef Alessandra Romano ed una “Pasta e Fagioli con la Cotica” rivisitato dall’ alunno chef Alessandro Barone. In tutte e due le preparazioni gli studenti sono stati seguiti dal docente chef prof. Aiello.
L’Agriturismo Le fontanelle di Pontelatone – vincitore della gara – ha presentato una Zuppa a base di “Cipolla Alifana”, rivisitata dagli studenti Alfonso Cannavacciuolo e Giovanni Battista Noto, assistiti dal docente Carmine De Maio.
L’Agriturismo Pericle di Montella (Avelllino) ha puntato tutto su una “Zuppa di Castagne”, rivisitata dagli alunni chef Marco Astarita e Giuseppe Pastore, docente prof. chef De Martino
E sempre dall’avellinese ha raccolto il guanto l’Azienda agrituristica Quaresima, che da Monteforte ha proposto dei “Ravioli con pasta di Nocciole”, piatto rivisitato dagli alunni chef Giuseppe Coppola e Alessia Pastore, docente prof. De Martino.
Infine, ha giocato in casa l’Agriturismo La Cantina del Fattore di Vico Equense, partecipando con “Tripp e fasul”, rivisitato dagli alunni chef Domenico Sorrentino e Alfonso De Martino, docente chef prof. Aiello.
I giurati hanno espresso una valutazione sui piatti proposti, in base ad alcuni requisiti predefiniti come le caratteristiche organolettiche, il recupero di vecchie ricette, l’innovazione, la stagionalità delle materie prime utilizzate e la capacità di questi piatti di narrare storia e genius loci del territorio d’origine.